Sulla Murgia Materana la prima uscita del progetto di “montagnaterapia” sottoscritto tra l’A.Ma.Sa.M – Associazione Materana per la Salute Mentale e l’Associazione CAI Matera “Falco Naumanni”

Sulla Murgia Materana la prima uscita del progetto di “montagnaterapia” sottoscritto tra l’A.Ma.Sa.M – Associazione Materana per la Salute Mentale e l’Associazione CAI Matera “Falco Naumanni”

Nei giorni scorsi, sulla Murgia Materana si è svolta un’escursione un po’ speciale. Ad effettuarla è stato un gruppo di camminatori neofiti, i quali per la prima volta hanno scoperto i paesaggi aperti e un po’ selvaggi della murgia, i suoi colori e i suoi profumi, accompagnati dai soci della Sezione CAI Matera “Falco Naumanni”.

È stata la prima uscita prevista dal progetto di “montagnaterapia” sottoscritto tra l’A.Ma.Sa.M – Associazione Materana per la Salute Mentale e l’Associazione CAI Matera “Falco Naumanni” per favorire le capacità delle persone con disabilità di utilizzare le proprie risorse psico-fisiche attraverso brevi escursioni in ambienti naturali.

“Bellissima esperienza” ha commentato Margherita Sirritiello, Vice Presidente della Sezione Cai Matera, che nella circostanza è stata una delle accompagnatrici, “tutto è andato per il verso giusto e tutti i partecipanti sono stati contenti”.

L’associazione di camminatori materani, nel CAI dal 2019, con questo accordo ha avviato una nuova progettualità, quella della montagnaterapia, intesa come attività di integrazione sociosanitaria, con l’intenzione di proseguire lungo un percorso di inclusione con altre iniziative simili.

Il CAI – Club Alpino Italiano, avvalendosi delle sue sezioni sparse in tutta Italia, da diversi anni sostiene, anche con finanziamenti, la montagnaterapia perché la montagna e gli ambienti naturali in genere aiutano ad abbattere le differenze, avvicinano tra loro le persone che condividono un itinerario, per camminare insieme alla scoperta della bellezza di un territorio e della sua storia.

La montagnaterapia coniuga infatti i benefici del camminare con il farlo insieme, sviluppando una forte valenza emozionale positiva. Oltre a far bene alla salute del corpo, favorisce le relazioni, sviluppa la capacità di cooperare in gruppo, incrementa l’autostima e per gli accompagnatori è motivo di soddisfazione e di arricchimento umano.

Gli accompagnatori della sezione materana hanno dapprima frequentato un apposito corso di formazione del CAI, che ha fornito loro le conoscenze necessarie per impostare correttamente l’attività.

Per questo progetto l’Associazione A.Ma.Sa.M. ha rivolto alla Sezione CAI Matera una richiesta di collaborazione per organizzare uscite in ambiente destinate alle persone con disabilità di cui si occupa. Il progetto prevede lo svolgimento di tre uscite – una al mese – nel periodo da settembre a novembre 2022.

Si tratta di percorsi facili di breve durata, con un numero limitato di soggetti con disabilità, condotti da operatori dell’A.Ma.Sa.M. per un’adeguata vigilanza e gestione, anche dal punto di vista medico-sanitario. Ai volontari del CAI si chiede di trasmettere le proprie conoscenze su come affrontare l’escursione, in maniera adeguata e consapevole (comportamenti da tenere, abbigliamento, alimentazione, conoscenza del territorio, ecc.).

Il primo appuntamento di martedì scorso, a cui hanno partecipato 10 persone con disabilità, si è svolto nel Parco Regionale della Murgia Materana, lungo il percorso di visita al villaggio trincerato neolitico Murgia Timone, con partenza da Masseria Radogna. È stato proposto l’uso dei bastoncini (forniti dalla sezione) per consentire ai partecipanti di misurarsi con un oggetto a loro estraneo. 

Il giorno dopo, nella sede dell’A.Ma.Sa.M. è seguita una riunione in cui gli stessi partecipanti all’escursione hanno potuto rielaborare l’esperienza vissuta, tramite momenti di visione delle foto scattate e la condivisione delle emozioni vissute durante l’avventura.

I prossimi due appuntamenti previsti dal progetto si terranno in altre località, sempre all’interno del Parcomurgia, in date da definire.

Definizione espressa in uno scritto nel 2007 da Giulio Scoppola, psicologo, psicoterapeuta, ideatore della montagnaterapia in Italia:

“Con il termine montagnaterapia si intende definire un originale approccio metodologico a carattere terapeutico-riabilitativo e/o socio-educativo, finalizzato alla prevenzione secondaria, alla cura e alla riabilitazione degli individui portatori di differenti problematiche, patologie o disabilità; esso è progettato per svolgersi, attraverso il lavoro sulle dinamiche di gruppo, nell’ambiente culturale, naturale e artificiale della montagna. La montagnaterapia, rivolgendosi all’interezza e inscindibilità della persona e del sé, considerato nella fondamentale relazione con il contesto secondo il paradigma bio-psico-sociale, si pone l’obiettivo della promozione di quei processi evolutivi legati alle dimensioni potenzialmente trasformative della montagna. La montagnaterapia si attua prevalentemente nella dimensione dei piccoli gruppi (dai tre ai dieci partecipanti) anche coordinati fra loro; utilizza controllate sessioni di lavoro a carattere psicofisico e psicosociale (con forte valenza relazione ed emozionale) che mirano a favorire un incremento della salute e del benessere generale e conseguentemente un miglioramento della qualità della vita. Nella montagnaterapia, per raggiungere gli obiettivi prefissati, gli interventi socio-sanitari si articolano e si integrano con le conoscenze culturali e le attività tecniche proprie delle discipline della montagna (frequentazione dell’ambiente montano, pratica escursionistica o alpinistica, sci, arrampicata, ecc.), per tempi brevi o per periodi della durata di alcuni giorni (sessioni residenziali), nel corso dell’intero anno. Il lavoro viene in ogni caso integrato con gli eventuali trattamenti medici, psicologici e/o socio-educativi già in atto. Le attività di montagnaterapia richiedono l’utilizzo di competenze cliniche e l’adozione di appropriate metodologie che riguardano anche la specifica formazione degli operatori e la verifica degli esiti e vengono progettate e attuate prevalentemente nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, o in contesti socio-sanitari accreditati, con la fondamentale collaborazione del CAI (che ne riconosce ufficialmente le finalità e l’Organizzazione Nazionale), e di altri enti o associazioni del settore”.