“Sono convinto che la cultura, lo studio, la concentrazione, lo studio accademico in qualunque disciplina rappresentino una bussola per navigare nel mare insidioso della società contemporanea che si è fatta indecifrabile. Sento che stanno tornando in gioco dei valori molto importanti”. Sono le parole del Maestro Giovanni Allevi che n mattinata a Matera ha presentato il progetto “Allevi Masterclass”, in corso a Nova Siri nella struttura Giardini d’Oriente fino al 28 settembre, giorno in cui alle 18 al Castello Torremare di Metaponto si svolgerà un suo concerto gratuito.
“L’arte rappresenta un elemento di rottura: – ha continuato il Maestro – dal punto di vista collettivo ci troviamo in un clima filosofico nichilista perché i giovani soprattutto vivono il qui e l’ora, vivono più intensamente l’attimo senza avere una visone allargata né del passato né di quello che li aspetta nel futuro. In genere le due cose coincidono. Se non abbiamo la consapevolezza di ciò che è alle nostre spalle e non abbiamo la consapevolezza delle nostre radici, non riusciamo a guardare lontano. La cultura fa questo, ci rende consapevoli della straordinarietà che ci ha preceduto e ci dà la spinta per inoltrare il nostro sguardo in panorami inesplorati. Tutto ciò è assolutamente entusiasmante”.
Insieme al Maestro Allevi, il sindaco di Matera Raffaello de Ruggieri, il sindaco di Nova Siri Eugenio Stigliano, il sindaco di Policoro Enrico Mascia – che ha fortemente voluto il progetto -, il sindaco di Bernalda Domenico Tataranno e il Presidente Rete Italia Jonica Antonello De Santis. L’obiettivo della Masterclass, completamente gratuita è garantire ai partecipanti un contratto da professionisti per essere inglobati all’interno dell’Orchestra Sinfonica Italiane e fare insieme il prossimo tour.
Alla Masterclass, che Allevi ha definito “un progetto entusiasmante e pionieristico”, partecipano dieci giovani – alcuni italiani, altri da ogni parte del mondo: “Si avvicina ad un talent di musica classica che avrà anche dei risvolti televisivi. Questi ragazzi stanno affrontando i passaggi più difficili, più impervi della mia musica e vedo i loro occhi brillare. È fantastico. Vedo molti giovani, soprattutto molti giovani dentro. Non è una questione anagrafica. C’è tanta voglia di cultura da parte della gente, da parte dei ragazzi. C’è voglia di mettersi a studiare, affrontare una disciplina durissima che però sicuramente ci dà una visione delle cose. Ho portato i ragazzi della Masterclass proprio ieri al Tempio di Hera. Ho spiegato loro l’importanza filosofica della figura di Pitagora. Mi ha molto sorpreso che i ragazzi che vengono dal Sud America sapevano già tutto di Pitagora, del suo genio innovativo, della sua vita che non è stata facile. Abbiamo avuto i brividi quando abbiamo riflettuto sul fatto che comunque era stata decodificata lì la prima scala musicale. I musicisti si sono sentiti completamente coinvolti in questo. Non solo, l’ideale dell’armonia, l’ideale della compenetrazione degli opposti – qualunque musicista vive nel proprio intimo un’alternanza tra paura e desiderio e quando ho evidenziato loro che nella Tetarktis questi elementi sono compresenti e trovano finalmente un loro equilibrio, un loro armonizzarsi, hanno tirato un sospiro di sollievo, si sono sentiti compresi. Ho chiesto ai ragazzi che cosa potessero raccogliere dell’eredità di Pitagora e dalla discussione avvenuta proprio lì nel Tempio. È emerso che è una figura attualissima, che parla ancora al cuore dei giovani aldilà del valore matematico del famosissimo Teorema”.
Direttore d’orchestra, compositore e pianista, il ruolo che ad Allevi è più congeniale è quello del compositore, “nel senso dell’interpretare il gesto creativo della musica. Poi una volta scritta quella musica è meraviglioso portarla al cuore della gente attraverso il pianoforte, attraverso la direzione d’orchestra”. L’essere senza equilbrio, nel quale ha trovato il giusto mezzo lo intende così: “Rivolgo soprattutto ai ragazzi l’invito a essere simpaticamente squilibrati, a uscire un attimo fuori dagli schemi perché in realtà noi viviamo in una società conformista e secondo me è il momento ideale per rompere le maglie di questo potere invisibile che ci tiene tutti stretti alla consuetudine e cominciare ad assumere una visione molto più allargata delle cose”.
“Quella del musicista classico – ha aggiunto – è una vita difficile però le soddisfazioni sono molte, ne vale la pena anche e soprattutto per un fatto di conoscenza: capire cosa c’è alle nostre spalle, capire la tradizione imponente sempre nell’ottica di creare qualcosa di nuovo”.
Rossella Montemurro