A Policoro nel Museo Archeologico Nazionale della Siritide la mostra “Le Tavole di Eraclea. Tra Taranto e Roma”

A Policoro nel Museo Archeologico Nazionale della Siritide la mostra “Le Tavole di Eraclea. Tra Taranto e Roma”

C’è
tempo fino al 7 giugno 2020 durante gli orari di apertura del Museo
Archeologico nazionale della Siritide [tutti i giorni dalle ore 9:00
alle 19:00. Martedì dalle ore 14:00 alle 20.00 con ticket
d’ingresso] a Policoro per visitare la mostra “Le Tavole di
Eraclea. Tra Taranto e Roma” ideata e organizzata dal Polo Museale
della Basilicata in collaborazione con il Museo Archeologico
Nazionale di Napoli e il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, la
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata,
e promossa insieme al Comune di Policoro.

La
mostra – che celebra il 50° anniversario della fondazione del
Museo della Siritide – ruota attorno a un prestito straordinario:
le Tavole di Eraclea, ritrovate nel 1732 nei pressi del fiume Cavone
e conservate al MANN, considerate tra i più importanti documenti
epigrafici della Magna Grecia.

La
mostra – allestita nella nuova ala del Museo – è diretta da
Marta Ragozzino e curata da Stéphane Verger, Savino Gallo con
Dimitris Roubis e Gabriel Zuchtriegel. Il progetto di allestimento è
di Vittoria Grifone / Stalkagency, l’ideazione grafica di Mauro
Bubbico.

Interverranno
Marta Ragozzino, Direttrice del Polo Museale della Basilicata; Paolo
Giulierini, Direttore del MANN; Eva Degl’Innocenti, Direttore del
MArTA; Salvatore Bonomo, Soprintendente ABAP della Basilicata; il
Sindaco di Policoro Enrico Mascia e i curatori della mostra.

Le
due lastre di bronzo costituiscono il più importante documento
iscritto della Magna Grecia. Incise sui due lati, in greco e in
latino, permettono di ricostruire le trasformazioni della città di
Herakleia dalla sua fondazione da parte di Taranto alla fine del V
secolo a.C. fino all’acquisizione dello statuto di municipio
romano, attribuito alla città, ormai Eraclea, nella prima metà del
I a.C.

L’iscrizione
greca è un regolamento per la gestione dei terreni dedicati a
Dioniso e ad Atena e per la loro redistribuzione a scopi produttivi;
quella latina è un compendio di leggi municipali di età
tardo-repubblicana.

Le
Tavole sono un documento fondamentale per comprendere la storia
sociale, polirica e economica del territorio della Siritide.

La
mostra si propone di intrecciare la lunga tradizione classica di
esegesi delle Tavole con i risultati delle indagini archeologiche
dalla scoperta della famosa Tomba del Pittore di Policoro nel 1963
fino agli scavi e alle ricognizioni tuttora in corso nella città e
nel terrotorio.

Allo
stesso tempo l’esposizione costituisce lo spunto per evocare il
fenomeno più recente della Riforma Fondiaria degli anni ‘50 del
secolo scorso – per diversi aspetti vicino alle dinamiche che
traspaiono dalle Tavole – ponendolo in parallelo con il
concomitante avvio delle esplorazioni archeologiche nell’area,
grazie all’azione lungimirante di Dinu Adamesteanu, primo
Soprintendente archeologo della Basilicata e fondatore del Museo
della Siritide.

In
dialogo con le due Tavole sono esposti importanti e significativi
reperti provenienti dalla chora, dalla città di Herakleia e da altri
centri magno-greci, al fine di ricostruire la storia della città sia
nei suoi rapporti con la madrepatria Taranto, sia nell sua
articolazione con il territorio agricolo.